Le Origini e la chimica della parola “problema”
L’etimologia della parola problema è da ricondursi al greco πρόβλημα (próblēma) ovvero sporgenza, promontorio, impedimento, ostacolo a loro volta provenienti dal verbo προβάλλω (probállō) ovvero mettere davanti, che deriva, a sua volta dall’unione di προ- (pro) cioè innanzi + βάλλω (bállo) dunque mettere, gettare.
Quindi la parola problema significa letteralmente ostacolo, impedimento, situazione difficile da superare o risolvere.
Ogni problema può essere visto come una sfida e costituisce un’esperienza da vivere e una lezione da imparare. I problemi e le persone, che forse vediamo come nemici, sono in realtà i nostri migliori amici, poiché ci indicano il percorso su cui dobbiamo lavorare per la nostra evoluzione.
Accetta le sfide
Potremmo dunque sostituire la parola problema con la parola SFIDA
L’uomo ama le sfide. I problemi, no. La sfida è qualcosa di eccitante, di stimolante e di evolutivo.
Ecco perché sostituendo alla parola “problema” la parola “sfida” sarai in grado di approcciarti alla nuova esperienza in modo entusiasmante!
Starai pensando: “Ma cosa cambia, è solo una questione di parole!”
Ebbene si, ma le parole hanno una loro chimica e la loro chimica ha i suoi effetti sulla salute e sul tuo benessere psico-fisico!
Le parole sono pietre. Sono il modo con cui etichettiamo la realtà; e attaccarle un’etichetta piuttosto che un’altra può cambiare tutto.
Trova le domande potenzianti
Quando hai un problema? Pardon, una sfida? Non passare tutto il tempo a rimuginarci su, o a imprecare contro il destino. Cerca invece la soluzione migliore per te. Prova a usare il 20% del tempo per analizzare il “problema” e l’80% per trovare la soluzione.
Di solito facciamo il contrario. Passiamo l’80% del tempo non a esaminare il “problema”, ma a piangerci su. E ci poniamo domande come “Perché è capitato proprio a me?”, “Perché sono così sfortunato?”.
Oppure ci colpevolizziamo: “Come ho fatto ad essere così stupido?” A domande demotivanti corrispondono risposte altrettanto distruttive: “Perché sei un idiota”, “Perché sei sfortunato”, “Perché tutti ti sono nemici”. Risposte che ti fanno cadere le braccia, che fanno apparire il problema una montagna altissima, insormontabile.
Prova, invece, a formulare domande diverse: Cosa c’è di buono in questa esperienza? Cosa posso imparare? Come posso vincerla?
Ponendoti le domande giuste troverai le risposte giuste. “Chiedete, e vi sarà dato” lo dice anche la Bibbia. Chiedi le domande giuste, e ti sarà data la risposta giusta. Chiedi domande del cavolo, e avrai risposte del cavolo!
Affronta le tue esperienze!
Non sempre basta porsi le domande giuste per risolvere i problemi:
serve anche affrontarli. Perché i problemi sono come una pietra dura: le domande la ammorbidiscono, ma le azioni (lo scalpello) ti porteranno alla vera evoluzione. Il tuo scalpello è la tua capacità di spezzare i “problemi” grandi, quelli che sembrano troppo importanti per essere affrontati, in problemini di dimensioni più maneggevoli. Le grandi esperienze sono infatti quasi sempre la somma di eventi più piccoli semplicemente irrisolti o poco considerati. Ogni esperienza va affrontata come se fosse una montagna: se punti subito alla vetta rischi di fallire, se invece articoli il tuo percorso in più tappe oltre ad arrivare al tuo obiettivo ti godrai uno splendido viaggio!
Buon Viaggio